Forum e recensioni in malasanità, un forum per dare a tutti la possibilità di raccontare la propria storia dei tanti malesseri subiti a causa di egoismo e tantissimo da incompetenze professionali.
Dentale, Ortopedico e tutti i settori in cui si usano materiali tossici, protocolli tossici e radioattivi. Vuoi raccontare la tua storia, e anche chi è stato colpevole dei tuoi malanni? Dentale, Ortopedia, Chirurgia, Cardiologia Ginecologia, Microchirurgia, Alimentazione, Musica, protesica tecnologica di ultima generazione Iscriviti al forum e potrai farlo in modo molto semplice e non solo, il moderatore, l’esperto potrà esaudire e consigliarti cosa fare. La zirconia è tossica e radioattiva, il Cromo Cobalto e il titanio sono tossici e radioattivi, il grafene è tossico.
Purtroppo la verità scientifica sulle reazioni biochimiche quantistiche sono alterate per scopi di lucro e far si che si è dipendenti all’uso farmaceutico. Gli operatori di ogni settore sono degli ottusi ignoranti e soprattutto incompetenti. Basta girare in rete per capire non solo le bufale raccontate proprio a mo di minacce di totale bullismo ma organizzati tra loro in un modo così colluso da brivido.
Una lettura con qualche riflessione ci viene posta alla nostra attenzione Da Rosario Muto
Quando chi addetto ai lavori è sordo e non vuol sentire…….! Quando chi deputato e responsabile delle proprie azioni fa l’ipocrita! Quando prevale la presunzione, il proprio io……! Quando gli interessi sono sempre al primo posto……! Quando la salute del prossimo non ha nessun tipo di interesse…! Quando un settore è avvolto in una ignoranza abissale……! Quando il malcapitato si lamenta, chiede aiuto e il silenzio guarda altro. macellerie chirurgiche e tossicità impianti, zirconia tossica
Il 03/01/2013 15.47, Sa Man ha scritto: Buongiorno sig. Muto. Ci eravamo sentiti un mese fa al telefono, le avevo raccontato la mia storia devastante e le avevo promesso di metterla per iscritto e inviargliela. Le chiedo una cortesia: non la pubblichi per il momento, le dirò io quando farlo, visto che sto muovendomi per fare un’ azione legale. Ho 43 anni, ho 8 viti mandibolari in titanio di circa 12 mm l’ una ( non ho alcun certificato che lo attesti e il chirurgo non si ricorda dopo tanti anni..). Fino a due anni fa nella mascella c’ erano anche placche enormi e viti di sintesi, rimosse a seguito di un Melisa effettuato a Ginevra da cui è emerso che sono allergica al biossido di titanio e calcio titanato. Purtroppo quelle nella mandibola sono irrimovibili e aggiungo anche 4 clips sempre al titanio che chiudono dei vasi dove fino a 5 anni fa avevo la cistifellea. Nel mio caso, con tutto quel titanio nel corpo, è evidente che l’ esposizione continua a creato un’ allergia anche se apparentemente io non ho avuto sintomi. Ho eseguito questo test scientificamente attendibile anche se alcuni dentisti faticano a crederci….o non vogliono crederci perchè il grande business dove va a finire? Anni fa mi hanno rimosso un’ amalgama per via di una carie che poi ho scoperto non esserci. A seguito della cementazione di un intarsio mi è stata incrinata la radice palatina di questo 16. Purtroppo uscendo io dallo schema a cui sono abituati i medici ottusi, non mi gonfiavo, il parodonto era ok ma c’ era il dolore che nessuno considerava e nevralgia trigeminale. Il tutto è durato due anni, finchè ho trovato un chirurgo che ha estratto il dente che era incrinato e raschiato il pavimento del seno per infezione…. In quei 2 anni qualsiasi materiale faceva allergia: ho provato capsule in oro , resina, ceramica, avevo sensibilità chimica a tutto, persino i cementi…e non le dico il circuito elettrico in bocca. Il dentista non capiva, finchè sono finita al pronto soccorso dove nel referto invitavano il medico a rimuovere la capsula. E’ lì che ho fatto il Melisa ( mi sono sempre dovuta arrangiare a trovare le informazioni da sola). Ma ormai era tardi, perchè avevo eseguito un rialzo di seno che mi ha portato ad un’ infezione severa, non diagnosticata in tempo e siccome chi mi aveva fatto il lavoro era il primario dell’ Ospedale San Paolo di Milano fino al 2010, grande luminare…che mi ha letteralmente abbandonato e così dopo quelli a seguire. Finchè poi sono approdata dal primario del Policlinico di Milano che è intervenuto si, ma creando un’ altra devastazione: ho due finestre ossee di 17 e 7 mm con danni permanenti ( nevralgie del nervo palatino, tessuti scollati nel seno che si muovono ogni volta che inspiro, mancanza di occlusione perchè ho perso un altro molare a causa dell’ infezione del rialzo….disfunzione Atm e danni masticatori e chi più ne ha ne metta… Tant’ è che essendo la zona inoperabile per i troppi traumi ( le Fort, un rialzo e due revisione..), ho tentato di fare un mini rialzo dal basso usando solo il mio osso, ma questo comportava l’ inserimento di impianti in titanio. Sapevo a cosa andavo incontro, ma era l’ unico modo per attenuare i dolori. Purtroppo dopo breve ho dovuto tirarli via per intossicazione ( dolori addominali, viscerali, gas che usciva a profusione, gusto alterato, sale e fiele, lingua con strisicia marrone o bianca in corrispondenza delle viti…..) Dovendo chiudere quelle finestre ossee e ricreare un pò di pavimento del seno ho tentato anche la via degli impianti in zirconia. Stessa fine, stessi sintomi, ma l’ ho fatto solo perchè non riuscivo più a sopportare i dolori… Li tolgo a breve, con la consapevolezza che non vi è più niente da fare per me e ritornerò nel baratro. Lei conosce un laboratorio serio che possa analizzare l’ impianto una volta tolto per verificare a contatto con le mie cellule che cosa provoca? Mi rendo conto che certe reazioni biochimiche siano difficili da capire però darla sempre vinta ai medici che ti rovinano non è giusto!!!!Pensi che dalla ditta non mi hanno saputo dire neppure il raggio di radioattività e se gli isotopi decantano…..ditta tedesca seria….e il dentista mi dà della matta, ma poi non potendolo dimostrare visto che non sono matta mi dice che non sa….non capisce le mie reazioni. Concludo col dire che l’ ignoranza è una brutta bestia…. che certi soloni accademici sono vergognosi ( fa parte del sistema Italia ) Io ho la vita letteralmente rovinata, ma qualcosa deve cambiare nella medicina e nel business e di drastico. Ha qualche consiglio per me? Grazie per l’ attenzione. Saluti Si Man Rosario Muto scrive: Gentile Sig. se vuole analizzare il materiale, consiglio mettersi in contatto con il Prof. Luigi Campanella Ordinario di Chimica Università di Roma From: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. To: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Date: Mon, 18 Feb 2013 15:57:11 +0100 Subject: Re:
E’ difficile che lo zirconio ritrovato nella sua saliva possa avere origine diversa dall’apparato dentale che ha in bocca. L’ittrio è cancerogeno per i topi e tossico per polmone e fegato nell’uomo L.C. On 17 Feb 2013 at 15:02, Silvia Mancini wrote:
Buonasera prof. Campanella. Ho avuto il suo nominativo dal sig. Muto. Sono stata costretta a rimuovere degli impianti in zirconia e ossido di ittrio che mi intossicavano (dolori addominali, alterazione del gusto e lingua sempre bianca in corrispondenza degli impianti). Prima della loro rimozione ho effettuato degli esami all’ estero da cui si evince che in saliva è presente lo zirconio. Dal momento che la zirconia è un ossido derivato dallo zirconio, mi è venuto il sospetto che l’ impianto dissociasse. Secondo lei è possibile? Diversamente dove si trova lo zirconio in natura e come è possibile che si trovasse nella mia saliva? E l’ ossido di ittrio è nocivo per le cellule umane? Vorrei capire che cosa provocavano questi impianti inseriti in mascella. Li ho conservati dopo l’ estrazione, lei conosce un laboratorio che possa eseguire delle analisi in tal senso? Ringraziandola per l’ attenzione, porgo cordiali saluti.
E’ difficile che lo zirconio ritrovato nella sua saliva possa avere origine diversa dall’apparato dentale che ha in bocca. L’ittrio è cancerogeno per i topi e tossico per polmone e fegato nell’uomo L.C. Si Mani Prof. Luigi Campanella
ZEROEMISSIONS CHIAMA PARMA http://www.chimiciroma.it/Dettaglio.php?id_liv3=23
Luigi Campanella, laureato in Chimica e Abilitato alla professione di Chimico nel 1961. Libera docenza in Elettrochimica nel 1967. Professore Ordinario di “Chimica Analitica” dall’A.A. 1980/81 ad oggi, di Chimica Agraria e poi di “Chimica del Suolo” dall’A.A. 1994/95 ad oggi, di “Chimica del Restauro” dall’A.A. 1998/99 ad oggi, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Chimica Industriale dal 1981 al 1983. Direttore del Dipartimento di Chimica dal 1983 al 1986. Dal 1988 al 1992 coordinatore del Dottorato di Ricerca in Scienze Chimiche. Dal 1988 al 1994 Preside della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell’Università “La Sapienza” di Roma. È autore di oltre 400 lavori nei settori della Chimica Analitica, dell’Elettrochimica, della Chimica Ambientale, delle Biotecnologie Analitiche. In particolare ha preparato, caratterizzato ed applicato numerosi biosensori, basati su enzimi immobilizzati o su tessuti vegetali, per la determinazione di sostanze di interesse clinico, farmaceutico ed ambientale. Con queste ricerche è entrato a far parte del Gruppo di Ricerca CEE su “Biosensori”. Ha anche studiato l’applicazione di metodi chimici e biologici alla degradazione ed alla rimozione di inquinanti (tensioattivi, idrocarburi, pesticidi, metalli pesanti) in scarichi civili ed industriali. Ha partecipato ad oltre 400 Congressi Nazionali ed Internazionali. Presidente della Divisione di Chimica Analitica della Società Chimica Italiana negli anni 1989-1990. Vice presidente della Società Chimica Italiana dal 1990 al 1992. Presidente del MUSIS (Museo Multipolare della Scienza e dell’Informazione Scientifica) dal 1991 ad oggi Consigliere Scientifico del Sindaco di Roma dal 1993 al 1997 È membro di Commissioni di Studio del CNR, del MURST ed ENEA Vincitore dell’ “International Capire Price” 1994 e del premio Internazionale “Scuola Strumento di Pace” nel 1996. Accademico Europeo per le relazioni economiche e culturali.
LA ZIRCONIA E’ TOSSICA E RADIOATTIVA? sentiamo cosa pubblica PUB MED :
Degradazione della zirconia
Articolo su PUB MED, praticamente dice che la zirconia è suscettibile a degradazione a causa di ambienti orali corrosivi. Hanno utilizzato campioni di saliva artificiale ph 3,5 fino a 10 per 10 giorni a temperatura di 37 gradi, oltre a test di durezza, resistenza alla frattura e test di flessione biassiale. hanno analizzato la microstruttura dei materiali e hanno fatto diverse comparazioni usando il Tukey test. Risultato: ambienti acidi e alcalini attaccano le proprietà meccaniche della zirconia , provocando degradazione, perdita del componente stabilizzante e un aumento della trasformazione da tetragonale a monovalente. Si tratta di studi sulla zirconia e ceramiche feldespatiche, studi sui blocchi di zirconia della Zirkonzahn cercon e Everest.
Quindi anche gli impianti a sto punto, giusto? Abstract The aim of this study was to evaluate the effects of pH changes in the oral cavity on the mechanical properties of zirconia and feldspathic ceramics. Bilayered zirconia-feldspathic samples were prepared from three different commercial brands of Y-TZP blocks: Zirkonzahn, Cercon, and Everest. Samples were stored in artificial saliva with different pH values (3.5, 7.0, and 10.0) for 10 days at 37°C. Flexural strength, Vickers hardness, and fracture toughness were calculated after samples were subjected to biaxial flexure test. Microstructural analysis of the materials was also performed.Data were analyzed by one-way analysis of variance (ANOVA), and multiple comparisons were performed using Tukey’s test (α=0.05). Acidic and alkaline environments adversely affected the mechanical properties of zirconia, resulting in material degradation, loss of stabilizer content, and increase in tetragonal-monoclinic phase transformation. Commercial dental zirconia blocks have varied mechanical properties, but they are generally susceptible to degradation when exposed to corrosive environments. PMID:
interessante andare a visitare il sito: http://www.ausl.re.it
INOLTRE NON TRALASCIAMO L’importanza dei numeri EC, il loro funzionamento e significato. La classificazione EC è un sistema di categorizzazione degli enzimi attraverso un cosiddetto numero EC (dall’inglese Enzyme Commission, la Commissione per gli Enzimi che si occupa della classificazione). Tale commissione si occupa di costruire una classificazione numerica sulla base della reazione chimica catalizzata da un determinato enzima. Ogni enzima viene dunque associato ad un numero e ad un nome raccomandato (spesso diverso da quello comunemente usato). Nel 1961 la Commissione per gli Enzimi della IUB ha proposto un razionale sistema di nomenclatura e classificazione razionale basata sul tipo di reazione catalizzata e sul nome del substrato di ciascun enzima. Gli enzimi sono suddivisi in 6 classi principali suddivise in sottoclassi e in sottosottoclassi che comprendono i singoli enzimi. Abbiamo così per ciascun enzima un nome comune, un nome sistematico che identifica la reazione catalizzata ed un numero di classificazione, composto a sua volta da 4 numeri (classe, sottoclasse, sottosottoclasse, singolo enzima). Le classi principali sono
"Impiantate protesi tossiche all'anca", il tribunale del malato chiede i danni. Gli studi sui rischi degli impianti dell'anca con cromo e cobalto, e titanio e nonchè in zirconia, realizzati fino al 2011, fanno finalmente partire le verifiche. Chi le paga?
Ancona, 8 marzo 2012 - QUANDO si sono operati, pensavano di aver messo la parola fine alla loro sofferenza. Ma ora si ritrovano davanti il rischio di un nuovo travaglio di esami, interventi chirurgici e riabilitazione. Sono 22 a detta dell’Asur, i soggetti a cui l’Ortopedia dell’ospedale civile di Jesi ha impiantato protesi d’anca della De Puy, (azienda del colosso americano «Johnson & Johnson»), rivelatesi difettose tanto che la stessa azienda nel 2010 ha comunicato la necessità di ritiro dal commercio. «Ma al Tribunale del Malato — riferisce il presidente, Pasquale Liguori — sono approdate alcune persone che presentavano dei disturbi e che dopo aver richiesto di accedere alle cartelle cliniche, come da noi consigliato, hanno constatato come fosse stata loro impiantata proprio una protesi De Puy, anche l’anno scorso. Per questo procederemo con i nostri legali alla richiesta di risarcimento danni. La De Puy si è detta disponibile a coprire le spese del nuovo intervento ma noi diciamo che ciò non può bastare. Abbiamo investito della questione l’Asur — spiega Liguori — invitandola a contattare i pazienti a cui sono state installate le protesi, così come disposto dalla direzione generale dei Dispositivi Medici per sottoporli sia ad esami del sangue per la ricerca del cromo e cobalto, sia per una ecografia». E ieri l’Asur (Area vasta 2) replicava: «I pazienti interessati al riguardo sono complessivamente ventidue. Tutti gli interessati sono già stati avvertiti con lettera raccomandata e invitati a rivolgersi al reparto ospedaliero per i controlli del caso». Poi la precisazione che cozza però con la denuncia del Tribunale del Malato: «Ben prima che la società De Puy rilevasse problemi nelle proprie protesi d’anca prodotte, l’Ortopedia di Jesi già non impiantava più tale dispositivo». Ma Liguori dall’altra parte incalza: «La De Puy già ad agosto 2010 aveva inviato alle strutture sanitarie, ai medici e agli organismi istituzionali preposti di tutto il mondo, Italia compresa, una nota di richiamo nella quale evidenziava un tasso di difetto troppo alto delle protesi impiantate tra il 2003 e il 2010 comunicando quindi la necessità di ritiro delle stesse dal commercio (perché si sarebbero verificati scollamenti di componenti, sacche di liquido, spostamento e dolore, ndr). Perché allora poi non sono state ritirate e si è continuato anche negli anni successivi a impiantarle? A chi si deve imputare tale mancanza? A queste risposte cercheremo di dare un seguito di carattere legale». Infine l’invito «a tutti coloro che hanno subito un intervento di protesi d’anca a verificare se nella propria cartella clinica sia stato indicato il tipo di protesi installato e poi di contattarci per seguire l’evolversi della vicenda».
Gli studi sui rischi degli impianti dell'anca con cromo e cobalto, e titanio e nonchè in zirconia, realizzati fino al 2011, fanno finalmente partire le verifiche. Chi le paga?
Intervento di chirurgia dell'anca
Inizia tutto con un click, uno scatto dell'articolazione dell'anca. Primo segnale di una protesi difettosa realizzata con materiali che possono intossicare il sangue del paziente. Il monitoraggio è cominciato in Toscana con un piano di sorveglianza sanitaria deciso dopo la pubblicazione di studi medici che dimostrano come le protesi dell'anca realizzate con cromo e cobalto e impiantate fino al 2011 comportino rischi per i pazienti. Nel dettaglio: possono intaccare l'osso a cui si appoggiano, provocandone una sorta di "carie", e sversare particelle dei due metalli nel sangue. Anche per questo, da cinque anni a questa parte, quel tipo di protesi sono state messe da parte, sostituite da quelle in metallo e ceramica.
Piu tremila casi
Nel frattempo, però, più di tremila persone hanno avuto l'impianto della protesti dell'anca in cobalto e cromo nella sola Toscana. Fra queste, 808 sono risultati a rischio, in particolare perché per loro è stato usato il modello Asr della De Puy. Proprio da questi ultimi si partirà per gli accertamenti clinici, una verifica che potrebbe estendersi sul fronte nazionale dopo l'allarme lanciato sulla possibilità che le protesi in cromo e cobalto possano rovinare l'osso e inquinare il sangue del paziente.
In fila per le verifiche
Centinaia di pazienti, dunque, attendono la chiamata dell'Asl per essere visitati, fare un esame del sangue con ionemia che misura la presenza di metalli nel sangue. Più una serie di altri accertamenti, come radiografie, ecografia e risonanza magnetica. Resta da capire se gli esami necessari per questo controllo degli impianti dell'anca sarà completamente a carico delle aziende sanitarie o se i pazienti dovranno sopportarne, in tutto o in parte, il costo.
19 Dic Protesi in metallo, ecco perché non sono più “tossiche” di un abbondante piatto di spinaci
Era il 2005 è uno studio pubblicato su The Journal of Bone & Joint Surgery, citato da moltissimi giornali nel mondo, rilevò che soprattutto le donne erano ipersensibili ai metalli delle protesi. Solo nel 2012 però, in Italia, i media parlarono di “tossicità” delle protesi in metallo anche se una protesi di metallo alza i livelli di metalli nel sangue tanto quanto un’abbuffata di spinaci. Perché, allora, le protesi in metallo fanno ancora paura ai pazienti? L’abbiamo chiesto al dottor Pierantonio Gardelin, membro fondatore del Centro Nazionale per la cura dell’Artrosi (C.N.A) per l’articolazione dell’anca.
Facciamo un salto indietro. Lo studio parlava di “protesi tossiche”?
«Lo studio americano confermava che le donne avevano mostrato una maggior frequenza di dolore in assenza di infezione dopo intervento di protesi con parti metalliche – spiega il dottor Pierantonio Gardelin. – La causa era l’ipersensibilità a cobalto, cromo e nichel, tutti metalli presenti negli impianti, che si verificava nel 49% delle donne esaminate e nel 38% degli uomini. Tuttavia, i risultati non chiarivano se le oltre 2.600 donne dello studio erano ipersensibili ai metalli degli impianti già prima dell’intervento oppure se l’ipersensibilità fosse stata indotta dal contatto continuo con i metalli degli impianti protesici. Il risultato, però, fu l’insorgenza di una sorta di timore diffuso sulle protesi d’anca in metallo, chiamate protesi metallo-metallo, ma non su quelle di ginocchio anche se erano e sono tuttora anch’esse in metallo. Il problema dell’allergia o dell’ipersensibilità ai metalli delle protesi, avrebbe quindi dovuto riguardare anche le protesi di ginocchio che invece non furono menzionate nello studio. Sebbene per le persone sensibili a questi metalli, il problema è reale, tuttavia nella stragrande maggioranza delle persone l’innalzamento dei livelli di ioni metallo a seguito di impianto di protesi non è superiore a quello causato, per esempio, da un’abbuffata di spinaci. In realtà il problema che riguardò le protesi d’anca, non si deve ai metalli che, appunto, nel ginocchio non hanno mai causato problemi, ma a un particolare tipo di protesi il cui design si dimostrò fallimentare.»
Cosa intende per design fallimentare?
«Ogni protesi d’anca è composta da due componenti principali – continua il dottor Gardelin – una chiamata stelo, che si impianta nel femore cioè l’osso lungo della coscia, e una che si chiama cotile, che si inserisce nell’acetabolo, cioè la parte concava del bacino che accoglie la testa del femore. La protesi metallo-metallo ha una grande testa del femore, caratteristica voluta dai chirurghi perchè dà al paziente una maggiore propriocettività, cioè la sensazione di mantenere la propria anca, e maggiore stabilità che riduce di molto il rischio di lussazione. Quella particolare protesi era stata disegnata in modo tale che, a causa del contatto continuo tra le componenti di metallo della grande testa femorale della protesi e una parte dello stelo chiamata cono morse, si creava una scarica di particelle elettriche che provocava metallosi, cioè un innalzamento dei livelli di metalli nel sangue e nei tessuti intorno a quella zona di contatto.»
Esistono protesi metallo-metallo sicure?
«Sì. Da oltre 20 anni esistono protesi in metallo dal design ingegneristico, clearence e lubrificazione perfette, ovvero con caratteristiche che garantiscono una lubrificazione omogenea in grado di non creare attrito tra la testa e il cotile della protesi e, quindi, con un rischio di metallosi pari a zero.»
Si può dire quindi che le protesi metallo-metallo sono sicure?
Sì. In particolare, c’è un tipo di protesi metallo-metallo, chiamata di rivestimento che evita di tagliare la testa del femore, che alcuni di noi chirurghi hanno continuato ad usare perché studi con casistiche di oltre 20 anni non hanno mai dimostrato alcun problema di metallosi, se ben posizionate – sottolinea il dottor Gardelin. – Tuttavia è sempre importante l’indicazione precisa all’utilizzo di questo tipo di protesi. Infatti, si tratta di protesi che non sono state disegnate per le donne, come dimostrato dallo studio, perché sono le pazienti che più si sensibilizzano ai metalli, nè per gli anziani, per esempio, perché la protesi metallo-metallo richiede una buona qualità e una buona densità ossea, cioè un osso non malato di osteoporosi, condizione piuttosto frequente sia nelle donne in menopausa sia negli anziani. Invece, la protesi metallo-metallo di rivestimento ha la sua perfetta indicazione per gli sportivi che vogliono continuare ad avere prestazioni atletiche di alto livello senza il timore che la protesi si possa rompere, come può succedere alla protesi in ceramica che potrebbe non reggere bene alle grandi sollecitazioni del trauma di sport da contatto come, per esempio, calcio, pallavolo, arti marziali e corsa.»
Forum e recensioni in malasanità, si, stiamo attivando proprio un FORUM IN MALASANITA' e recensioni proprio per dare lo sfogo a tutti di raccontare la propria storia dei tanti malesseri subiti a causa di egoismo e tantissimo le incompetenze professionali. E' una questione di qualche ora e siamo pronti..............................
Dentale, Ortopedico e tutti i settori in cui si usano materiali tossici, protocolli tossici e radioattivi. Vuoi raccontare la tua storia, e anche chi è stato colpevole dei tuoi malanni?
Dentale, Ortopedia, Chirurgia, Cardiologia Ginecologia, Microchirurgia, Alimentazione, Musica, protesica tecnologica di ultima generazione Iscriviti al forum e potrai farlo in modo molto semplice e non solo, il moderatore, l’esperto potrà esaudire e consigliarti cosa fare.
La zirconia è tossica e radioattiva
Il cromo cobalto è tossico e radioattiva
Il titanio è tossico e radioattiva
Il grafene è tossico
Purtroppo la verità scientifica sulle reazioni biochimiche quantistiche sono alterate per scopi di lucro e far si che si è dipendenti all’uso farmaceutico. Gli operatori di ogni settore sono degli ottusi ignoranti e soprattutto incompetenti. Basta girare in rete per capire non solo le bufale raccontate proprio a mo di minacce di totale bullismo ma organizzati tra loro in un modo così colluso da brivido. Ormai la loro battaglia è persa, la mia verità li ha messo completamente in ginocchio. Gli odontotecnici poi......, sudditi di una classe medica di incompetenti, sono ancora più vigliacchi, presuntuosi peggio delle prime donne prostitute..
Salve, nonostante tutte le evidenze scientifiche atte a provare la persistente situazione del grave inquinamento chimico dei metalli pesanti, certamente non manca chi ideologicamente o per ignoranza imperterritamente continua a raccontare cose non veritire, mischiando definizioni e situazioni creando solo confusione.
Dal 2022 l’Unione Europea bandirà il biossido di titanio dopo che l’EFSA (Autorità europa per la sicurezza alimentare) ha condotto un’indagine sul composto chimico con il coinvolgimento di grandi esperti della nanotecnologia, e ha concluso che questo non può più essere considerato sicuro se usato come additivo alimentare o additivo per mangimi. Salvo obiezioni del Consiglio o del Parlamento europeo, il testo entrerà in vigore all’inizio dell’anno prossimo. Seguirà poi un periodo di graduale eliminazione di sei mesi, dopo il quale si applicherà un divieto totale del colorante venefico nei prodotti alimentari che ancora lo contengono.
Ma perchè il biossido di titanio è pericoloso? La sua nocività è determinata dalla dimensione delle particelle che lo compongono; si tratta di nanoparticelle, anche inferiori a 100 nanometri che, proprio per la loro minuscola dimensione, possono penetrare le barriere protettive naturali del corpo umano e accumularsi nel fegato, nei polmoni e, ovviamente, nell’apparato digerente, con effetti cancerogeni e genotossici, cioè nocivi per il DNA, il materiale genetico delle cellule.
Identificato in Europa con la sigla E171, questo composto chimico viene impiegato da moltissimi anni come colorante in alcuni prodotti – anche di uso quotidiano – quali gomme da masticare, pasticcini, integratori, zuppe, brodi, caramelle, salse, prodotti a base di pesce e formaggio e creme salate. Inoltre, essendo stato inizialmente classificato materiale inerte, il biossido di titanio (autorizzato come additivo alimentare nell’UE dal regolamento 1333 del 2008) ha trovato largamente spazio anche in un’ampia gamma di prodotti farmaceutici e cosmetici quali solari, dentifrici, ciprie e persino nelle creme lenitive per i neonati utilizzate dopo il cambio del pannolino. Già nel 2016, quando l’Efsa aveva fornito rassicurazioni circa i suoi effetti sulla salute, erano state individuate alcune incertezze nei dati. Non solo, l’Agenzia per la Sicurezza Sanitaria e Alimentare francese (Anses), aveva rivelato nel 2017 il potenziale effetto cancerogeno del biossido di titanio sul colon-retto con la pubblicazione di uno studio, le cui informazioni hanno portato la Francia a decidere di vietarne definitivamente l’impiego negli alimenti a partire dal 2020.
Cos’è la biorisonanza. Il fenomeno della risonanza delle strutture fu scoperta dallo scienziato danese Huygenz nel 1656. Egli scoprì che due orologi a pendolo collocati uno accanto all’altro, dopo un po’ si sincronizzano. Qui non c’è nulla di mistico, infatti tutto è vibrazione e in fisica è risaputo che ogni atomo ha una sua vibrazione, compresi quelli del nostro corpo.
E’ possibile vedere un esempio di questo attraverso il seguente video, che dimostra come avviene la sincronizzazione attraverso dei metronomi: https://www.youtube.com/watch?v=n81XIZRyhQE
LE FREQUENZE
Esiste una legge naturale secondo cui tutti i processi organici di ogni essere vivente sono prima causati e poi controllati da oscillazioni elettromagnetiche di diversa frequenza, intensità, durata, e forma d’onda. Queste oscillazioni vengono continuamente emesse da ogni cellula vivente e si propagano con la velocità della luce, informando in ogni istante l’intero organismo del suo stato attuale e indicando quali meccanismi debbano essere messi in azione, per mantenerlo in salute. Potremmo paragonarlo ad un sistema informatico di feedback.
Tali segnali contengono una moltitudine di informazioni, che nel loro insieme costituiscono lo spettro specifico ed individuale del paziente. Ogni giorno l’organismo entra in risonanza con le frequenze che riceve dagli stimoli esterni, e questo aspetto è parte integrante della biorisonanza. Attraverso specifiche apparecchiature oggi, è possibile rilevare le oscillazioni proprie del paziente e paragonarle a quelle (ritenute “standard”), catalogate in una vasta banca dati, individuando così eventuali disturbi.
La biorisonanza sfrutta le vibrazioni (onde elettromagnetiche) prodotte dalle cellule, per trattare i disequilibri del corpo. Si tratta di sistemi completamente naturali e privi di qualsiasi effetto collaterale. Un miglioramento della situazione biofisica dell’organismo, funge da supporto verso una graduale normalizzazione dei processi biochimici, a sostegno della guarigione del paziente.
In Italia è inquadrata tra le terapie non convenzionali e in molti paesi europei e non solo, è nota e praticata da molti medici, naturopati e professionisti del benessere.
I Test Biofisici vengono spesso richiesti, specialmente da Pazienti provenienti dalla vicinissima Svizzera, dove tale metodica è ampiamente in uso. Sebbene largamente utilizzati, specie nel Centro e Nord Europa, precisiamo che questi Test non hanno una validità scientifica assoluta confermata dalla comunità scientifica internazionale.
Tuttavia, in base alla nostra esperienza ormai trentennale, possono fornire indicazioni a volte utili in molti ambiti. Le indicazioni ottenute da un Test Biofisico non possono in alcun modo sostituire la Visita Medica e le Analisi Mediche convenzionali, ma devono invece intendersi dal punto di vista biofisico e l’esito non è inquadrabile con un Test di Laboratorio convenzionale.
La prima volta, il Test Biofisico viene eseguito dal tecnico specializzato, dopo una Visita Medica di inquadramento generale. L’obiettivo di questo Test è quello di individuare eventuali aree di disturbo verso cui il medico può concentrare le proprie indagini mediche, prescrivendo eventuali esami convenzionali a scopo diagnostico. Inoltre ha l’obiettivo diindagare eventuali correlazioni tra i disturbi del paziente e l’alimentazione, eventuali carenze mineralevitaminiche, la tossicità dovuta a sostanze frequentemente assunte, ed altre correlazioni specifiche e personalizzate.
Grazie alle informazioni raccolte in fase di Test, potrà essere previsto un programma di sedute di Test e Trattamento, ripetute per un numero di volte sufficiente a riportare in equilibrio l’organismo sugli aspetti trattati.
Il tutto si svolge stando seduti accanto al tecnico e di fronte all’apparecchiatura elettromedicale. Non è necessario togliere indumenti, nè vi sono particolari indicazioni preliminari come ad esempio essere a digiuno, ma può essere eseguito in qualsiasi momento. E’ importante portare con sè un piccolo campione di qualsiasi integratore, fitoterapico, farmaco, prodotto omeopatico, ecc. che viene assunto regolarmente, affinchè il tecnico possa indagare in maniera ancora più precisa gli effetti di tutte queste sostanze nel quadro sistemico.
COSA VIENE RICERCATO IN UN TEST BIOFISICO
15 differenti tipologie di reazioni a intolleranze ed allergie
Fattori interessati da malattie autoimmunitarie
Indicatori di tossicità
Indici di disequilibri della circolazione arteriosa
Indici di disequilibri della circolazione venosa
Indici di di disequilibri degli impulsi nervosi motori
Indici di disequilibri della coagulazione del sangue
Indici di 5 differenti tipi di infiammazioni dei tessuti
Fattori interessati da malattie autoimmuni delle ghiandole
Indici di disequilibri del sistema endocrino, del sistema ormonale, delle ghiandole, del sistema immunitario
Fattori interessati da malattie della pelle
Indici di disequilibri metabolici, insulina, glucosio eccetera (quando necessario)
Indici di disequilibri ereditari
Indicatori di infezioni
disequilibri qualitativi del sistema immunitario, endocrino ed ormonale
Indicatori di carenze di minerali, amminoacidi, vitamine
Indicatori di insufficiente funzionalità degli organi
Indicatori di disequilibri della colonna vertebrale (quando necessario)
compatibilità di integratori e farmaci
eventuale esigenza di terapie di miglioramento (come ad esempio per l’ossigenazione del sangue, per la circolazione venosa e arteriosa, e molte altre)
TRATTAMENTI BIOFISICI
Questa terapia, può essere considerata una “medicina regolatrice”, paragonabile all’agopuntura e all’omeopatia, sebbene molto più personalizzabile e precisa, ed ha lo scopo principale di stimolare il corpo, attivando le forze di regolazione del proprio organismo e portandolo ad un riequilibrio. Un esempio di come questo è possibile, può essere osservato nel seguente video a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=uENITui5_jU
Non dimentichiamoci che il nostro organismo è composto in buona parte di acqua…
Il Trattamento di biorisonanza sfrutta a scopo terapeutico le oscillazioni (frequenze elettromagnetiche) proprie del paziente, generate dalle cellule del corpo. La biorisonanza funziona stimolando il corpo ad autoregolarsi e ritrovare il proprio equilibrio.
La seduta si svolge comodamente sdraiati su di un lettino. Non è necessario togliere gli indumenti, anche se alcune persone amano togliere le scarpe per comodità. Molti pazienti si addormentano durante il trattamento, sostenendo di sentirsi particolarmente rilassati. la durata può variare dalla mezz’ora fino ad un’ora massimo. E’ possibile eseguire anche più di un trattamento al giorno, fino ad un massimo di tre, per anticipare i tempi del programma ed ottenere prima i benefici. Questo permette a persone che ci raggiungono da altre regioni o nazioni, di ricevere il proprio programma intensivamentecon la minor perdita di tempo possibile e i migliori risultati.
Ogni seduta di trattamento viene programmata sui risultati di un nuovo Test di controllo, che viene effettuato appena prima, per rilevare i valori aggiornati dei parametri di riferimento del trattamento. Il trattamento si conclude quando i valori specifici dei disturbi di frequenza trattati, sono pari allo 0. Questo valore significa che l’organismo possiede ancora la “memoria“del disturbo, ma esso non può più unfluenzarlo negativamente. Ad esempio nel caso di un’intolleranza alimentare che provoca una serie di sintomi antipatici per il paziente, viene disintossicata partendo da un valore 8 e trattamento dopo trattamento, quando arriva a 0, è possibile per il paziente ingerire quell’alimento, senza più dover subire i sintomi ad esso correlati. Tale condizione dovrebbe rimanere stabile dopo un programma completo e a questo proposito sono previsti controlli a distanza di alcuni mesi, per verificarne la stabilità ed eseguire ancora un eventuale trattamento di rafforzamento.
Una volta eseguito un primo programma completo, è consigliabile effettuare un Test di controllo generale una volta l’anno per intervenire immediatamente su eventuali nuovi disequilibri, con un approccio stavolta più preventivo e quindi meno impegnativo, sopratutto dal punto di vista economico in un’ottica a lungo termine.
CONSIGLI IN FASE DI TRATTAMENTO
Non è consigliabile iniziare l’eventuale astensione alimentare personalizzata emersa dal Test, nel caso in cui non si decida di effettuare il programma di Trattamenti Biofisici.
Nel caso in cui si decida di intraprendere il percorso di Trattamenti Biofisici, è necessario iniziare l’astensione alimentare personalizzata emersa dal Test, 4 giorni prima di iniziare il programma.
Dopo le singole sedute di trattamento, è importante bere molta acqua, sia per aiutare l’organismo ad espellere eventuali tossine, sia per coadiuvare l’efficacia del trattamento stesso. Durante tutto il periodo di trattamento, è consigliabile assumere almeno 2 litri di acqua al giorno per un adulto e in quantità minore ma in proporzione, per un bambino.
Nonostante questo tipo di trattamento sia privo di effetti collaterali, la invitiamo comunque, qualora dovesse insorgere qualsiasi disturbo durante il trattamento, a contattare immediatamente l’ufficio dedicato all’Assistenza dei Pazienti chiamando il centralino o direttamente alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.