Un impianto dentale è una possibile soluzione per sostituire i denti mancanti o gravemente malati. E' composto da una radice artificiale che assomiglia ad una vite ed sostiene nella sommità, una corona dentale. Il trattamento prevede il posizionamento chirurgico dell'impianto nell'osso, dove è permesso di fondere le ossa in un processo chiamato "osteointegrazione". Una volta guarito, l'impianto agisce come un'ancora per la sostituzione di un dente artificiale, o corona. La corona è fatta in modo da unirsi con gli altri denti ed è fissata in modo permanente all'impianto.
Un tipico impianto dentale è in titanio puro e / o una lega di titanio. In realtà, le leghe di titanio sono ampiamente utilizzate in medicina e odontoiatria, per impianti dentali, pacemaker, stent, staffe ortodontiche e protesi ortopediche (ad esempio, per l'anca, la spalla, il ginocchio o il gomito). Al titanio sono riconosciute qualità di robustezza, ma molti lo considerano anche un materiale biocompatibile: si forma uno strato di ossido se esposto all'aria, e questo presumibilmente si traduce in corrosione ridotta e in una milgiore osteointegrazione.
Allora perché si dovrebbe rifiutare l'impianto metallico standard in titanio? Il titanio non è biologicamente inerte. Impianti in titanio rilasciano ioni metallici in bocca 24 ore al giorno, e questa esposizione cronica può provocare infiammazioni, allergie e malattie autoimmuni in soggetti predisposti.Si tratta di un materiale precursore di vari disturbi. Casi di intolleranza a impianti metallici sono stati segnalati nel corso degli anni, e la rimozione di questo materiale dentale ha portato ad una minore sensibilità ai metalli e un miglioramento a lungo termine sullo stato di salute nella maggior parte dei pazienti.
Il titanio ha il potenziale di indurre ipersensibilità e disfunzioni immunologiche. Uno studio ha esaminato 56 pazienti che hanno sviluppato gravi problemi di salute dopo aver ricevuto gli impianti dentali a base di titanio. Si sono riscontrati casi di problemi muscolari, articolari e dolore neuropatico, sindrome da affaticamento cronico, problemi neurologici, depressione e infiammazione della pelle. Rimozione degli impianti ha determinato un notevole miglioramento dei sintoi nei pazienti, così come una diminuzione in molti pazienti della sensibilità al titanio.
Ad esempio, un uomo di 54 anni con un impianto dentale in titanio e quattro viti in titanio nelle vertebre era così malato da essere costretto ad interrompere lattività lavorativa. Soffriva di sindrome da stanchezza cronica, deficit cognitivo, tremori simili a quelli causati dal Parkinson, e depressione grave. Sei mesi dopo la rimozione degli impianti e delle viti, fu in grado di tornare al lavoro. In un altro caso, una ragazza 14enne ha sviluppato lesioni infiammatorie sul viso sei mesi dopo l'applicazione di staffe ortodontiche in titanio. La ragazza ha anche subito un crollo psicofisico, e la sua reattività al titanio è salita alle stelle. Entro nove mesi dalla sostitzione delle staffe con un materiale metal-free, le sue lesioni al viso era quasi completamente guarite, era sana e attiva, e la sua sensibilità al titanio era tornata ad un livello normale.
Gli impianti in titanio possono provocare il cancro. Un'altra complicazione legata all'uso del titanio è la potenziale capacità di indurre la proliferazione abnorme di cellule (neoplasia), che può portare allo sviluppo di tumori maligni e cancro. Raramente, si riscontrano complicazioni a seguito di interventi chirurgici ortopedici che prevedono l'impianto di hardware metallici. Inoltre, i ricercatori hanno recentemente scoperto il primo caso segnalato di un sarcoma associato ad un impianto dentale.
Come descritto nel numero di agosto del 2008 di JADA (The Journal of American Dental Association), un donna 38enne ha sviluppato un cancro alle ossa undici mesi dopo aver applicato un impianto dentale in titanio. Per fortuna, la donna è stata trattata con successo con la chemioterapia, ma gli autori raccomandano ulteriori ricerche sui tumori causati potenzialmente da impianti dentali alla luce del crescente utilizzo che se ne fa e la capacità di durare per lunghi periodi di tempo.
La presenza di qualsiasi metallo in bocca pone le basi per una "tossicità galvanica", perché la bocca diventa paragonabile ad una batteria carica quando metalli vengono ad essere immersi nella stessa saliva. Ciò che serve per creare una batteria, d'altronde, è mettere due o più metalli diversi in un mezzo liquido che può condurre l'elettricità (cioè, un elettrolita). Impianti metallici, otturazioni, corone, parziali, e ortodonzia sono formati da metalli diversi, e la saliva in bocca fa da elettrolita. Una corrente elettrica chiamata corrente galvanica viene quindi generata dal trasporto di ioni metallici dalla protesi a base di metalli nella saliva. Questo fenomeno è chiamato "galvanismo orale", e significa, letteralmente, che la bocca si comporta come una batteria per auto di piccole dimensioni o un generatore elettrico in miniatura. Le correnti possono essere misurate con un amperometro!
Il galvanismo orale crea due preoccupazioni principali. In primo luogo, le correnti elettriche aumentano il tasso di corrosione (o dissoluzione) di restauri dentali a base metallica. Anche le leghe di metalli preziosi in continuo rilascio di ioni metallici in bocca a causa della corrosione, un processo che erode pezzi di metallo dalla superficie. Questi ioni reagiscono con gli altri componenti del corpo, portando a malattie di sensibilità, infiammazioni, e, infine, malattie autoimmuni. L'aumento della velocità della corrosione, di conseguenza, aumenta la probabilità di sviluppare reazioni immunologiche o tossiche per i metalli. In secondo luogo, alcuni individui sono molto sensibili a queste correnti elettriche interne. Metalli diversi in bocca possono causare dolore inspiegabile, scosse nervose, ulcerazioni, e infiammazioni, e molte persone possono anche sperimentare un gusto costante metallico o salato, o una sensazione di bruciore in bocca. Inoltre, vi è l'ipotesi che il galvanismo orale veicoli correnti elettriche nel tessuto cerebrale e possona interferire con la naturale corrente elettrica nel cervello.
Negli ultimi anni, gli impianti ad alta resistenza in ceramica sono diventati un'alternativa interessante per impianti in titanio, e qualche ricerca attuale si è concentrata su materiali come l'ossido di zirconio (il biossido di zirconio, un metallo vicino al titanio nella tavola periodica). Protesi metal-free in zirconia sono utilizzate in Europa e Sud America da anni, e solo recentemente si sono resi disponibili impianti in Zirconia negli Stati Uniti e sono considerati altamente biocompatibili per il corpo umano ed evidenziano un rilascio minimo di ioni rispetto agli impianti metallici. Studi hanno dimostrato che l'osteointegrazione di impianti in titanio e zirconio sono molto simili, e che le protesi in zirconia hanno un tasso di sopravvivenza comparabile, rendendoli un'ottima alternativa alle protesi in metallo. Inoltre, le ceramiche di zirconia sono stati utilizzate con successo nella chirurgia ortopedica per la produzione di teste a sfera per la sostituzione totale dell'anca.
Pertanto, considerato che gli impianti dentali in titanio possono indurre sensibilità ai metalli, infiammazioni, reazioni autoimmuni, e tumori maligni, mentre gli impianti in zirconia sono metal-free ma altrettanto resistenti, perché sottoporsi all'esposizione cronica di metalli? Il corpo trarrebbe sicuramente beneficio dalla scelta di materiali biocompatibili, impianti dentali in ceramica rispetto allo standard, impianto titanio.
La Dott. Lina Garcia, una dentista olistica da 25 anni, ha dedicato la sua pratica nell'utilizzo di materiali dentali che miglioreranno la salute e non faciliteranno malattie. Nella sua pratica, utilizza solo materiali di restauro metal-free, tra cui gli impianti in zirconia.
Riferimenti:
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Rosario Muto La presenza di un potenziale elettrochimico, legato agli ossidi dei metalli presenti nelle leghe, è responsabile del rilascio di ioni, metalli pesanti (cosidetti radicali liberi ) che sono la causa patologie varie e di reazioni da parte dell'organismo .
Il problema delle allergie, in particolare quelle ai metalli, si è in questi anni sempre più evidenziato per la crescente mole di reclami fatti dalle varie associazioni a difesa del Consumatore e dai privati stessi contro i settori: Orafo, Odontoiatrico, (protesico, ortodontico, implantologico) Cardiologico, Ortopedico ecc. responsabili di una serie di manifestazioni allergeniche, di intolleranze, addirittura di leucemie e lesioni tumorali. Anche la Stampa internazionale si è interessata a questo aspetto della patologia, ponendosi delle domande circa la soluzione al problema.
Attualmente tutte le leghe in uso, quelle preziose e non (titanio, acciaiose, ecc.) hanno un potenziale elettrochimico alto quindi non tollerabili, sono tossiche. La soluzione adesso esiste, è un prodotto che applicato durante la lavorazione di oggetti o protesi con leghe solamente preziose, riesce a nutralizzare il problema, questo non è un farmaco, è un prodotto esclusivamente professionale.
La direttiva europea 93/42 nell'allegato VIII, art. 1, 2, 3, tutela il consumatore da eventuali vizi o danni causati durante la costruzione di dispositivi medici, con il rilascio di certificazione, invitando con la tecnologia a disposizione a ridurre al minimo i danni volumetrici e tossici, invitando anche alla collaborazione per eventuali ritrovati a vantaggi e benefici, di comunicarlo alla Sanità Nazionale, in modo che essa provveda a comunicarla agli altri paesi membri della Comunità europea. Attualmente sono in attoalcune collaborazioneo con: Centro Europeo di Ricerca a Difesa del Consumatore, con qualche Università a livello europeo, Difensore Civico Nazionale, Tribunale del Malato, le Associazioni a Difesa del Consumatore.
clicca qui in allestimento, con tutte le varie ricerche Universitarie internazionali
Ogni giorno, e sempre di più, ci troviamo a combattere contro l'inquinamento e il contatto con sostanze tossiche che derivano dall'aria che respiriamo, dall'acqua che beviamo, e dal cibo che noi assumiamo.
Ed è per questo che, quando andiamo dal medico, chiediamo qualcosa che non peggiori la situazione.
Cosi, dal dentista, quando ci affidiamo alle sue capacità professionali e tecnologiche, pretendiamo giustamente di avere da questi un lavoro protesico che ci garantisca di non aggiungere sostanze tossiche a quelle che già nostro malgrado siamo costretti a sopportare.
Le leghe metalliche usate per la costruzione delle protesi dentarie mobili ma sopratutto fisse, sono state concepite allo scopo di non nuocere all'organismo, ma purtroppo pur essendo vicine a questo traguardo, non lo hanno ancora raggiunto, spesso per esigenze dettate dall'uso cui sono destinate. Insieme all'Oro, base di queste leghe, sono associati altri componenti metallici come il Palladio, l'Indio, l'Iridio, il Gallio, l'Argento ed anche il Rame, che durante i processi di fusione della lega e di preparazione del manufatto protesico, sviluppano sia in superficie che in profondità OSSIDI che a contatto con la saliva e i tessuti parodontali (quelli che circondano i denti) rilasciano IONI metallici che possono esplicare azione tossica sia localmente che in tutto l'organismo.
Si possono facilmente ascrivere all'azione tossica locale fenomeni come: sanguinamento delle gengive, tatuaggi gengivali, afte, stomatiti, arrossamento della lingua, alterazioni del gusto, iperplasie gengivali associate a parodontiti croniche responsabili di riassorbimento osseo ed eccesiva produzione di placca, dovuta a ben 41 tipi di batteri diversi alcuni dei quali sono ritenuti responsabil di malattie cardiache e sono stati isolati talvolta anche in sede di infarto miocardico. Gli effetti sistemici invece possono manifestarsi in varie parti del corpo con allergie, eczemi, disturbi oftalmici, disturbi neurologici, patologie gastroenteriche, riniti, faringiti, acufeni e via dicendo sopratutto a contatto con oggetti di provenienza dall'industria orafa, come anelli, orecchini, collane, monili per il Piercing, adesso così di moda, ed altre cose.
Che cosa è che rende instabile una lega preziosa a base aurea e non, o a base di titanio o altri componenti non preziosi ?
Qual'è la causa che induce il rilascio degli ioni metallici nell'organismo ?
Il potenziale elettrochimico è una carica elettrica presente in tutti gli elementi metallici e non.
In un cristallo di un elemento metallico è presente un insieme di ioni a carica positiva disposti secondo un regolare reticolo e circondati da un certo numero di elettroni liberi a carica negativa che si muovono in tutto il reticolo cristallino.
Durante la lavorazione delle leghe, nel passaggio di stato, cioè durante la fusione per ottenere l'oggetto desiderato, premodellato in cera, la lega subisce alterazioni del reticolo cristallino rilasciando elettroni liberi, per questo motivo la lega si trova in uno stato di agitazione magnetica, cioè presenta un potenziale elettrochimico di una certa intensità che dà alla lega un alto grado di instabilità favorendo la formazione di ossidi.
Le leghe a base aurea sono quelle che attrverso un preciso trattamento termico sotto strato vetroso, possono essere stabilizzate eliminando il potenziale elettrochimico e di conseguenza la formazione degli ossidi.
Ricerche universitarie, hanno dimostrato mediante misurazioni del potenziale elettrochimico che il flusso di ioni che si genera tra metallo e tessuto organico, produce una differenza di potenziale, la cui minima presenza può considerarsi patologica.
La formazione di ossidi metallici delle leghe è responsabile della reazione di ionizzazione dei metalli verso i tessuti.
La risposta a queste problematiche è un prodotto che impiegato in laboratorio con uno specifico protocollo d'uso durante la lavorazione delle leghe metalliche preziose, impedisce la formazione di quegli OSSIDI responsabili di tutte quelle patologie che abbiamo elencato. Questo trattamento incide solo in piccola percentuale sul costo finale al paziente, ma garantisce che la sua protesi dentaria non procuri danni alla sua salute ma solo MIGLIORAMENTO E SODDISFAZIONE.
E' per questo che tutti coloro che soffrono di tali problematiche, e non solo questi, dovranno richiedere, a tutela della propria salute, solamente leghe preziose che non presentino nè possano produrre ossidi a contatto con i tessuti dell'organismo.
Da alcuni anni la Comunità Europea attraverso la direttiva 93/42 chiede obbligatoriamente ai produttori il rilascio al consumatore il certificato di conformità, nel quale sia dichiarata l'innocuità da danni volumetrici e tossici.
Adesso la possibilità esiste ed è giusto che venga assolutamente pretesa.
Le ricerche eseguite in centri a livello europeo, su provini di diverse leghe auree sottoposte a trattamento termico sotto strato vetroso mediante un preciso protocollo di utilizzo, conprovano l'efficacia del prodotto.
Infatti le leghe così trattate dimostrano un'alto grado di resistenza alla corrosione, e all'ossidazione, avendo ridotto a zero il potenziale elettrochimico, di conseguenza anche l'elettrogalvanismo.
Sono stati condotti tests che comprovano l'ottimo legame trà metallo e ceramica, metallo e resina.
La grave e persistente problematica legata alla corrosione delle leghe di uso sanitario è stata oggetto di non poche discussioni e ricerche continue a livello internazionale, affrontata e pubblicata dal ICFAM-CNR in internet http: //rigel.icfam.ge.cnr.it/prog04.h http: //summa.intosquare.it/dentista/dm0796/01.htm, e da illustri ricercatori come il Dr. MED. MARKUS GREWE Specialista in Dermatologia Heinrich-Heine University Dusseldorf - Department of Dermatology - Moorenstraße 5 D-40225 Dü
ISTITUTO NAZIONALE PER LOSTUDIO E LA CURA DEI TUMORI CENTRO EUROPEO DI MILANO
Il Dottor. Fausto Chiesa. Assistente divisione di Oncologia Clinica Cervico-Facciale.
Prof. Dr. Adolfo Panfili -Specialista in: Chinesiologia, Riabilitazione Cranio Posturale - Neuro Fisiologia Posturale, Biotecnologie dei materiali presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia nel dipartimento delle Scienze Biomediche dell'Università di Roma, e altri ancora a livello internazionale ( e pile di documentazione inerente alle varie patologie legate alla tossicità delle leghe in ambito sanitario).
In relazione alla tossicità delle leghe metalliche preziose per uso odontoiatrico ed orafo: è stato richiesto al Consiglio Superiore della Sanità un parere tecnico, e al Ministro della Sanità un Provvedimento legislativo, e per conoscenza è stata inviata nota informativa all' Ordine dei Medici e degli Odontoiatri e A.N.D.I. Sede Centrale Roma, Associazione per la promozione e la tutela della salute, a tutte la Associazioni a difesa del Consumatore, e alla Commissione Europea, Difensore Civico Nazionale.
Questo trattamento specifico è un prodotto esclusivamente destinato agli operatori specializzati nella lavorazione o trasformazione delle leghe preziose.
Voglio ricordare che il titanio che viene comunemente usato si presenta sotto forma di leghe con altri metalli che presentano anch'esse un alto potenziale elettrochimico i cui valori sono scarsamente controllabili in ambiente ad alto livello di tecnologia, figuriamoci dai piccoli artigiani.
La maggior parte di queste leghe, provengono da paesi che ci forniscono metallo con caratteristiche radioattive ( e nessuno ci garantisce che non venga immesso sul mercato attraverso canali paralleli ).
Gli interessi commerciali della globalizzazione impongono sul mercato
mondiale l'uso delle leghe al titanio perchè oltre a costi molto bassi del metallo c'e' la necessità di rinnovo di tutto il parco attrezzature per la nuova tecnologia, in ogni caso la salute pubblica non è di interesse primario.
lunedì 14 febbraio 2000
OSSIDI E LEGHE PREZIOSE: PROBLEMATICHE CORRELATE VALUTAZIONE DI UN SISTEMA PER LA LORO ELIMINAZIONE
La scelta delle leghe metalliche per uso odontoiatrico è stata sempre condizionata da fattori inerenti l'uso delle stesse in un ambiente aggressivo come quello della bocca .
La preferenza è caduta senz'altro sulle leghe a base aurea, essendo l'oro un metallo altamente stabile e scarsamente aggredibile da altre sostanze. Le esigenze tecniche legate alla realizzazione di protesi dentarie ha costretto i produttori di leghe metalliche ad associare all'oro altri metalli come il Platino, sostituito dal Palladio perché meno costoso, Argento ma anche Indio, Iridio, Gallio, e addirittura Ferro e Rame in varie percentuali; questi hanno la funzione di attribuire caratterisiche particolari alla lega, come il colore, la durezza, l'innalzamento del punto di fusione, la formazione di nuclei di cristallizzazione per la formazione del reticolo cristallino stabile e compatto. Purtroppo c'è il rovescio della medaglia: infatti alcuni dei metalli impiegati come l'Argento, il Gallio, ma sopratutto il Rame e il Ferro impiegati nelle leghe di qualità scadente, ossidano fortemente durante il processo di fusione e di raffreddamento;
la formazione di questi ossidi avviene sia in superficie, ma anche in profondità, limitando in qualche maniera la corretta formazione del reticolo cristallino anche durante il trattamento termico successivo. Secondo quanto riportato anche in una ricerca condotta per conto del C.N.R. pubblicata nel Settembre 1996 gli ossidi sono il presupposto per i fenomeni di corrosione mediante il rilascio di ioni potenzialmente tossici, e di fenomeni elettrogalvanici responsabili di elettrocorrosione.
Da questa premessa possiamo comprendere come la presenza degli ossidi sulla superficie metallica delle nostre leghe ma sopratutto nel suo interno siano responsabili di microfessurazioni del reticolo cristallino e attraverso queste i processi di corrosione possono attivarsi anche in profondità rendendo quindi la lega metallica preziosa un supporto microporoso in grado di favorire la formazione di placca batterica responsabile a sua volta della formazione di bassi valori di PH che favoriscono i processi di corrosione mediante gli ossidi presenti nel metallo; a questi si aggiungono sostanze particolarmente aggressive come i cloruri e i solfuri contenuti negli alimenti che innescano anche sulle superfici metalliche ad alto titolo aureo, fenomeni di "Tarnish" o discolorazione a macchie, espressione di un, se pur minimo, fenomeno di ossidazione.
L'uso di leghe ad alto titolo aureo al di sopra degli 800 millesimi, e tecniche di fusione rigorosamente corrette sotto vuoto riducono sensibilmente questi problemi, ma non del tutto e a costi piuttosto elevati sia per l'Odontoiatra che giustamente pretende un prodotto di elevata qualità, ma anche da parte dell'Odontotecnico che acquista materiali molto costosi e utilizza tecnologie altrettanto costose. Ciò nonostante non si ottengono i risultati sperati.
La presenza di tecniche "auro galvano ha in effetti ridotto al minimo qualsiasi fenomeno ossidativo, ma tutti conosciamo i limiti meccanici di questa tecnica. L'introduzione del Titanio invece, sembra aver superato la limitazione per la costruzione di strutture metalliche, sia dal punto di vista di carico meccanico, sia dal punto di vista di rilascio di ioni potenzialmente tossici ma solo se puro e non legato ad altri metalli come invece viene utilizzato nell'uso corrente.
L'uso di questo metallo però non è esente da problemi in quanto a fronte di un basso costo intrinseco, richiede procedure di fusione e lavorazione complesse e costose che scoraggiano non pochi laboratori.
Da qualche anno è stato sperimentato e testato un prodotto che utilizzato secondo un protocollo rigoroso sulle leghe auree di più vasta utilizzazione ha dimostrato di risolvere i problemi che come abbiamo visto sono a queste legati. Il TTSV gel (trattamento termico sotto strato vetroso) è un composto realizzato in laboratorio e che nasce dall'esperienza e dalla conoscenza della metallurgia che sono state premiate dalla conferma della reale validità nel trattamento delle leghe preziose a base aurea.
Questo prodotto interviene durante i punti critici della costruzione di una struttura protesica: il trattamento termico per la riorganizzazione del reticolo cristallino della lega e le successive fasi della cottura della ceramica sul metallo. L'applicazione di una certa quantità di questo gel sul metallo da trattare vetrifica sulla suprficie quando con il riscaldamento la struttura viene portata alla temperatura necessaria prevista sul protocollo tecnico isolando completamente il metallo dall'aria e quindi dall'ossigeno, intrappolando nel suo contesto gli ossidi che si sono formati durante la fusione e che si riformano in continuazione in presenza di ossigeno. A termine di questo procedimento la sostanza vetrificata viene allontanata secondo il protocollo tecnico allegato al prodotto e la superficie della lega si presenta molto compatta, lucente e chiara.
Sono stati commissionati tests di ricerca per verifIcare l'efficacia del prodotto usato nell'impedire la formazione di ossidi e della sua capacità di rimuoverli. L'incarico è stato affidato alla Nobil Bio Ricerche cui sono stati inviati campioni di metallo con titolo 450 millesimi con presenza di Pd 38, 82 - Ag 6.0 - In 1.5 - Ga 1.5 fusi nella maniera trdizionale, alcuni non trattati, ed alcuni trattati con TTSV gel. Sottoposti ad osservazione con microscopio elettronico a scansione a 1500 ingrandimenti è risultato che la superficie della lega trattata si presenta molto più liscia e levigata rispetto a quella non trattata; a questa differente morfologia corrisponde una differente composizione chimica: l'analisi EDX condotta sul campione trattato evidenzia la pressochè totale assenza di ossidi di Indio, Gallio e Ossigeno ( Fig. 1 ) abbondantemente presenti nell'analisi della lega non trattata (Fig. 2)".
"Il trattamento con TTSV gel rimuove quindi efficacemente lo strato di ossidi superficiali."
L'assenza di ossidi ci ha suggerito che la lega in quello stato presenta un grado di corrosione inferiore al metallo non trattato in quanto non si possono verificare i fenomeni di elettrocorrosione che si svolgono in una soluzione salina come la saliva mediante un processo di ossido- riduzione in cui l'ossidazione avviene all'anodo (parodonto) e la riduzione al catodo (protesi) con il rilascio di ioni metallici potenzialmente tossici.
Il test sulla corrosione è stato condotto secondo le indicazioni della norma 4-15-78 modificata secondo le norme ISO. "La corrosione si manifestamediante corrente elettrica (causata da rilascio di ioni); misurando quindi la corrente che passa attraverso il metallo ad una data differenza di potenziale, si può capire se e quanto il metallo si stia corrodendo.
I risultati evidenziano che la lega trattata con TTSV gel mostra nelle condizioni sperimentali utilizzate, una resistenza alla corrosione superiore rispetto alla non trattata; infatti il suo potenziale di rottura, il potenziale cioè a cui si inizia ad osservare un aumento di corrente è di circa 100 mV superiore alla lega non trattata. Il dato ottenuto riflette la maggiore "nobiltà" della lega trattata che non presenta la copertura di ossidi della lega convenzionale. E' verosimile affermare che nei siti di saldatura, dove sia per il tipo del metallo usato, sia per i componenti del saldame, sia per la tecnica di saldatura a cannello che tende ad inglobare ossigeno la concentrazione degli ossidi sia ancora più elevata e che quindi il trattamento con TTSV gel riesca a rimuoverli totalmente equiparando la qualità del metallo da saldare a quello che compone la saldatura risolvendo anche qui un noto problema. La valutazione di citotossicità è stata rilevata attraverso l'indagine microscopica di fibroblasti di topo L-29 e il test MTT che individua la presenza di effetti tossici mediante il rilievo della diminuzione dell'attività dell'enzima mitocondriale Succinato Deidrogenasi (SDH) . Anche in questo caso i risultati sono stati incoraggianti: la superficie della lega trattata è stata omogeneamente colonizzata da cellule in buono stato metabolico, analogamente alla lega non trattata che pur rilascia elementi potenzialmente tossici anche se in concentrazioni non misurabili. Va ricordato però che l'indagine è stata condotta in vitro dove non vengono riprodotte le le condizioni in vivo, dove il PH e sostanze aggressive come cloruri e solfuri possono attivare lo scambio ionico legato alla presenza di ossidi. Una ulteriore indagine è stata svolta per valutare il potenziale elettrochimico dei metalli per uso odontoiatrico trattati con TTSV gel. Le misurazioni sono state effettuate con l'apparecchio CSM Amalgamometro . Con questo apparecchio si misura il potenziale elettrico che si produce tra metallo e tessuto parodontale, ovvero il flusso di ioni. I valori vanno misurati in nA (microampere). I valori superiori a 6 sono considerati patologici. Tutti i metalli non trattati testati hanno fatto rilevare valori altissimi, da 20 a 70 microampere mentre quelli trattati con TTSV fanno rilevare valori uguali a 0 confermando l'assenza di flusso di ioni.
Questi tests che sono stati effettuati ci confermano che le leghe preziose trattate con TTSV gel sono quindi più stabili, non liberano ioni potenzialmente tossici ed acquistano una biocompatibilità più elevata di quelle non trattate.
Nella maggioranza dei casi, l'idea che lo strato di ossidi superficiale favorisca il legame metallo ceramica potrebbe indurre a pensare che questo si riduca dopo che il metallo viene trattato con TTSV gel. Molte ditte produttrici di metallo sostengono questa teoria, sopravalutando la funzione dei legami elettrochimici delle forze di Van der Vaals ma sappiamo che il 98% del legame metallo ceramica è dovuto alla capacità meccanica aggrappante dell'interfaccia e che questa capacità può essere ridotta o da scorretto protocollo di lavorazione o da incompatibilità tra metallo e ceramica che possono avere coefficienti di dilatazione diversi. Eliminando questo tipo di problemi, l'incidenza delle forze di Van der Vaals può essere considerata trascurabile.
Al Joint Research Centre finanziato dalla European Commission, presso lo Institute for Health and Consumer Protection, sono stati condotti tests comparativi sul legame metallo ceramica che confermano la bontà dell'interfaccia metallo ceramica dei campioni trattati con TTSV gel messi a confronto con campioni non trattati.
Altre prove per il legame metallo ceramica sono state effettuate con test comparativi di rottura a taglio su campioni parzialmente ceramizzati; sono risultati valori medi di 30, 46 MPa per il non trattato, e 29, 16MPa per il trattato, confermando la sovrapponibilità del grado di resistenza del legame.
Tutti questi test comparativi ci dimostrano quindi che il trattamento con TTSV gel delle leghe preziose anche a basso titolo aureo eleva in maniera assoluta la biocompatibilità e la resistenza alla corrosione dei nostri manufatti protesici a cominciare dal perno moncone fino alle strutture più sofisticate in special modo quelle che si avvalgono di riabilitazioni implantologiche, che giornalmente installiamo in bocca ai nostri pazienti.
E' inutile dire quanto sia importante contare sulla inalterabilità ed innocuità di questi presidi riabilitativi, che son finalizzati a migliorare in ogni senso la qualità della vita quotidiana di chi si rivolge a noi come specialisti ma sopratutto come medici, essi adesso possono contare non solo sulla nostra capacità professionale, la nostra tecnica e la nostra perizia ma anche sull'acquisizione di una protesi che garantisce la massima biocompatibilità con assenza di fenomeni secondari che noi potremo assicurare sul nostro certificato di conformità qualificando maggiormente il nostro lavoro.