I genitori avevano tentato ogni tipo di cura, convenzionale e non,
con scarsi risultati. A volte ottenevano temporanei miglioramenti
ma poi il problema si ripresentava esattamente come prima.
Alla nostra visita la situazione si presentava complessa,
vi era uno stato di intossicazione piuttosto esteso. Il fegato aveva
una certa difficoltà a procedere ad una corretta disintossicazione
del sangue, situazione che produceva effetti sul sistema linfatico,
sul tessuto connettivo e sulla pelle; vi era inoltre la presenza
di funghi e batteri fastidiosi nell’intestino ed una acidosi
tissutale oltre ad una certa difficoltà a metabolizzare correttamente
lo zucchero.
Dopo un anno di lavoro siamo riusciti a ripulire questo
organismo e la dermatite è scomparsa. Il miglioramento si
è cominciato a vedere dopo due mesi dall’inizio del
trattamento. A distanza di sette mesi dalla fine della terapia sono
riapparsi sporadici episodi molto localizzati (sopra l’occhio
sinistro) solo quando la ragazza consuma una quantità eccessiva
di zucchero bianco.
In questo esempio rintracciare la causa non è
stato poi così immediato, ma un trattamento teso a riequilibrare
l’intero organismo ha dato effetti positivi. Uno dei principi
base in Naturopatia è infatti il principio olistico secondo
il quale l’organismo umano deve sempre essere considerato
un tutto unico indivisibile, ed anche quando si analizza una parte
dell’organismo, ogni suo problema deve essere sempre inquadrato
e riferito al contesto generale dell’intera persona. Nessuna
teoria medica è ancora in grado di tenere conto di tutte
le possibili interazioni fra le varie parti di un essere umano.
Abbiamo appena iniziato a valutare seriamente le interconnessioni
fra lo stato di salute fisico e mentale, ma dobbiamo ancora comprendere
come interagiscono fra loro tutte le varie componenti fisiche, spirituali
ed ambientali che contribuiscono all’integrità di una
persona. In naturopatia nessuna analisi, per quanto il sintomo possa
sembrare semplice, può prescindere dall’inquadrare
il problema nel contesto dell’intero individuo.
La mia tesi di laurea, per esempio, verteva sull’argomento
olistico. Si intitolava: “Il controllo del peso in Naturopatia”
e sosteneva la tesi che un riequilibrio generale delle funzioni
e della circolazione dell’energia all’interno dell’organismo
avrebbe prodotto effetti positivi in tutti i distretti, compreso
quello relativo al peso corporeo. In quel lavoro analizzavo 50 casi
che avevo personalmente seguito e dimostravo che, nel 58% dei casi,
le persone arrivavano al loro peso ottimale senza seguire alcuna
“ Dieta Dimagrante” e senza ricorrere a “ Prodotti
Dimagranti “.
Nel restante 42 % dei casi eravamo invece costretti
a ricorrere a trattamenti più tipicamente dimagranti per
ottenere il risultato ottimale.
Questo per rafforzare il concetto che un organismo
generalmente ben equilibrato risponde in maniera ottimale a tutte
le problematiche organiche e psicologiche dell’individuo.
Nei prossimi articoli affronteremo problematiche funzionali
specifiche quali stipsi, colite, candidosi ed altro seguendo l’approccio
naturopatico.
IL TRATTAMENTO NATUROPATICO DELLA STIPSI CRONICA
La stitichezza è un problema fastidiosissimo
che affligge gran parte della popolazione dei paesi industrializzati.
La causa di tale disturbo viene spesso attribuita ad una dieta povera
di fibre e di acqua. La cura tradizionale infatti, una volta appurato
che non esistono patologie del tratto intestinale, consiste nell’assumere
più fibre, bere più acqua e assumere occasionalmente
dei lassativi.
A volte tale trattamento risulta anche sufficiente,
ma più spesso il paziente si ritrova a dovere integrare la
dieta con prugne, semi di lino, yogurt di vario tipo ed atri cibi
con risultati normalmente solo momentanei. A quel punto quasi sempre
si inserisce un trattamento con i lassativi, all’inizio in
maniera occasionale, poi sempre più spesso fino ad assumerli
ogni sera. Di solito vi è un periodo dove questo trattamento
porta dei benefici ed il transito ritorna ad essere regolare, ma
generalmente, con il tempo, il dosaggio normale non basta più
ed allora lo si aumenta fino a quantità molto alte con risultati
comunque poco soddisfacenti. Allora si cambia lassativo, all’inizio
si ha qualche beneficio, ma col tempo anche questo diventa insufficiente
ed aumentarne la quantità aiuta solo per breve tempo, ed
il calvario continua.
Difficilmente si riesce a risolvere in maniera definitiva
questo problema ed è per questo che i casi di stipsi cronica
sono così tanti.
In naturopatia si sviluppa anche verso questo problema
un approccio radicalmente diverso.
Prima di tutto ci si chiede perché l’intestino
non lavora come dovrebbe. In fisiologia, ovvero in un organismo
equilibrato, il processo digestivo estrae dai cibi i nutrienti che
occorrono all’organismo per i suo corretto funzionamento e
il materiale di scarto, alla fine della digestione, viene poi espulso.
Tale atto si verifica in natura dopo ogni pasto, nei paesi industrializzati,
dove il tempo è merce rara, quando va bene, accade una volta
al giorno.
Dunque, perché così spesso l’intestino
non compie correttamente il suo lavoro ?
La risposta è difficile da trovare perché
si cerca nella direzione sbagliata. Come spesso succede nei disturbi
funzionali non esiste una risposta univoca valida per tutti. La
stitichezza ha molteplici cause che variano da soggetto a soggetto
e sono di varia natura. A volte si tratta di disequilibri legati
al sistema digestivo nel suo insieme e non necessariamente soltanto
dell’intestino, a volte sono scorrette abitudini alimentari,
altre volte ancora riguardano le abitudini di vita, molto spesso
vi è una combinazione di più fattori.
Per questo motivo non esiste, e non può esistere,
un protocollo di cura della stipsi cronica valido per tutti.
Ma il problema è risolvibile.
Alla base di un corretto trattamento però ci
deve essere una accurata diagnosi funzionale del soggetto da trattare,
ricordandoci che ogni caso è un caso diverso dall’altro
e che quindi le problematiche sono spesso uniche e particolari.
Si deve individuare esattamente tutte le cause del
disequilibrio di quella specifica persona, allora e solo allora,
si può sperare di impostare un trattamento che risulti efficace,
non solo nell’immediato, ma anche nel lungo periodo, liberando
la persona dalla schiavitù dei lassativi e dei problemi ad
essi connessi.
Nella pratica professionale ho trattato centinaia di
casi di stipsi, i disequilibri che ho incontrato sono molteplici
e di varia natura.
Spesso vi è una componente intestinale in senso
stretto: una carenza di flora batterica, la presenza di microrganismi
fastidiosi come per esempio la candida, la colite cronica,
sono spesso causa di stipsi, ma altrettanto spesso, alla base della
stitichezza cronica, ho riscontrato difficoltà nella digestione
gastrica o epatica, una gestione non corretta del metabolismo di
grassi e zuccheri a carico del pancreas, della bile e dello stomaco.
Riequilibrando il processo digestivo nel suo insieme,
aggiustando un poco le abitudini alimentari e lo stile di vita si
ottengono quasi sempre risultati notevoli.
Ho avuto la fortuna di trattare il caso di una signora
che stitica dall’infanzia, aveva all’epoca del trattamento
oltre sessanta anni, ha ritrovato la sua regolarità intestinale
dal giorno immediatamente seguente l’inizio della cura, e
da allora, sono passati tre anni, va in bagno ogni giorno senza
assumere rimedi o lassativi.
Più spesso sono necessari una decina di giorni
perché si possa raggiungere un risultato soddisfacente, e
comunque la cura va proseguita finche non si sia raggiunto un equilibrio
di funzionalità digestiva stabile e duraturo. Dopo tale trattamento
è sufficiente, in genere fare prevenzione, ovvero, nella
maggioranza dei casi un trattamento in autunno ed in primavera per
prepararsi ai cambi di stagione.
In conclusione, per affrontare correttamente una stipsi
cronica occorre un approccio personalizzato che tenga conto della
specificità del caso che si va a trattare, inoltre, come
sempre in naturopatia, è necessario valutare il caso nella
sua globalità trattando non solo le problematiche intestinali
ma anche tutti i fattori in disequilibrio all’interno del
paziente che direttamente o indirettamente concorrono a produrre
la stitichezza.
Nel prossimo articolo affronteremo un argomento, la
Candidosi intestinale, che risulta essere un problema di proporzioni
epidemiche che fra le altre cose è spesso causa di stipsi,
oltre che della più conosciuta Candidosi genitale e delle
sue ricadute.
Se volete proporre le vostre domande o i vostri casi
specifici ed avere delle risposte dirette potete contattare la redazione
del giornale oppure, direttamente le Erboristerie del Tempio presso
le quali ricevo.
CANDIDA INTESTINALE : EPIDEMIA SILENZIOSA
Il titolo di questo articolo riprende quello di un
libro scritto sull’argomento da un collega naturopata. Mi
permetto di riesumarlo in quanto mi sembra particolarmente azzeccato.
La candida intestinale ha proporzioni epidemiche. Secondo
stime riportate in siti statunitensi colpirebbe 6 persone su 10
con poche differenze fra i sessi. Le mie personalissime statistiche
si attestano al 38% dei pazienti trattati. In ogni caso cifre considerevoli.
Ed è epidemia silenziosa in quanto non esistono ancora esami
medici attendibili che siano in grado di emettere una diagnosi esatta
e inconfutabile.
All’attualità l’unico esame di laboratorio
che riguarda la candida intestinale è l‘esame delle
feci. In pratica si valuta se la quantità di candida nelle
feci sia uguale o superiore al normale. Tale esame però non
fornisce indicazioni utili alla diagnosi di candidosi intestinale
vera e propria ed i suoi esiti sono difficilmente utilizzabili.
Sembra che il CNR stia cercando di mettere a punto una metodologia
di indagine più completa ed attendibile.
Al momento però tutta la problematica sulla
candidosi intestinale non è arrivata al grande pubblico che
nella maggior parte dei casi non ne ha mai sentito parlare. Purtroppo
anche i medici di base, in molti casi, considerano il problema in
maniera molto superficiale; qualcuno addirittura la definisce “leggenda
metropolitana”, almeno così mi ha riferito un paziente.
La candida è un lievito che in condizioni articolari
diventa fungo. In quella forma emette dei filamenti con i
quali si aggrappa alle pareti dello spazio biologico che lo contiene
causando danni alle sue mucose. Inoltre in forma di fungo si moltiplica
in maniera esponenziale invadendo i luoghi che abita.
La presenza di candida, soprattutto albicans, sulla
pelle, in bocca e soprattutto ai genitali è ben documentata
e facilmente individuabile. E’ a livello intestinale dove
invece nascono i problemi.
Ogni individuo ha candida albicans nell’intestino,
ma in forma di lievito ed in quantità “normali”.
I problemi nascono quando la candida diventa un fungo e la sua quantità
sfugge al controllo del sistema immunitario.
E’ in questi casi che si parla di candidosi intestinale.
Quando il problema si manifesta il soggetto che ne
soffre manifesta sintomi evidenti quali : difficoltà di transito
(stipsi, diarrea o un’alternanza delle due), gonfiore addominale
e una stanchezza strana non spiegabile con l’attività
svolta.
Il problema che crea è però più
profondo e consiste sostanzialmente in una difficoltà digestiva
che non permette all’organismo di utilizzare tutti i nutrienti
contenuti nei cibi.
Questa carenza nutrizionale, che è ovviamente
indipendente dall’alimentazione e che solo in parte può
essere corretta con essa, causa diversi problemi accessori difficilmente
riconducibili alla candida stessa.
Negli Stati Unti, per esempio, la candidosi intestinale
è considerata la causa più importante di depressione
endogena.
Le cause che conducono ad una candidosi intestinale
possono essere molteplici, dall’uso di antibiotici o cortisonici
o pillola anticoncezionale, a periodi di stress o depressione, all’inquinamento
atmosferico o dei cibi, ad una dieta inadeguata. In generale,
tutto ciò che può portare ad un abbassamento delle
difese immunitarie può produrre candidosi intestinale.
La cura naturopatica non utilizza antibiotici allopatici,
in quanto tale terapia, anche se a livello locale può portare
dei momentanei miglioramenti della sintomatologia, in genere peggiora
il quadro generale. Ho curato al momento centinaia di casi di candidosi
intestinale. In un caso, la paziente, che lamentava ovviamente candida
a livello genitale, non rispondeva nemmeno più alla terapia
antibiotica. Fino all’anno precedente riusciva, con gli antibiotici
specifici ad avere qualche settimana di tregua prima della recidiva,
da un anno a quella parte nemmeno quello.
Ho trattato il caso tre anni fa; ho impiegato sei mesi
per una cura completa, ma da allora non ha più avuto episodi
di candida, almeno fino ad oggi.
Nella normalità dei casi la cura naturopatica
che utilizzo per curare la candidosi intestinale produce una remissione
completa dei sintomi nell’arco di tempo che varia dai quindici
giorni ad un mese e mezzo, ma richiede una cura che va’ dai
due ai cinque mesi per una guarigione completa della candidosi e
di tutti i danni che essa produce all’organismo. Il fatto
che la candidosi intestinale sia stata debellata non implica automaticamente
che tutti i danni che la candida ha prodotto nell’organismo
ospite debbano scomparire.
Uno dei danni più comuni che la candidosi intestinale
produce è la sensibilizzazione delle mucose del colon e di
conseguenza della colite. Colite e gastrite, le cause che le producono
e la loro cura naturopatica saranno l’oggetto del prossimo
articolo.
Come sempre potete inviare le vostre lettere alla redazione
del giornale per qualunque dubbio o chiarimento sugli argomenti
trattati, ma anche per esporre casi specifici, alla redazione del
giornale o direttamente alle Erboristerie del Tempio nelle quali
ricevo, sia per scritto che per telefono.
GASTRITE E COLITE IN NATUROPATIA
La gastrite indica uno stato infiammatorio localizzato
allo stomaco mentre la colite o più propriamente la sindrome
del colon irritabile indica uno stato infiammatorio presente o latente
al colon.
La prima si manifesta con bruciori, acidità
di stomaco, reflusso gastrico e conseguente esofagite da reflusso,
nausea ed in alcuni casi vomito.
La seconda con gonfiori, a volte importanti fino alle
coliche, difficoltà di transito: più spesso stitichezza,
ma in diversi casi anche diarrea, fino ad assumere proporzioni preoccupanti,
senso di non completo svuotamento e fastidi continui o intermittenti
fino alla manifestazione di veri e propri dolori su tutto il tratto
del colon.
Molte sono le persone che ne sono afflitte e purtroppo
i rimedi sono spesso insufficienti ad alleviare i fastidi, o nel
migliore dei casi riescono a produrre solo risultati momentanei.
In naturopatia, come al solito, oltre ad utilizzare
anche rimedi sintomatici, si cerca di inquadrare questi due problemi
in un contesto più ampio.
Anzitutto cerchiamo di valutarne la natura. Perché
lo stomaco ed il colon si irritano e si infiammano? Secondo me molto
spesso perché le mucose che rivestono questi visceri sono
sensibili ovvero non integri. I motivi per i quali si arriva ad
avere delle mucose “consumate” possono essere diversi.
Una delle cause più frequenti, almeno nella
mia personalissima casistica è la causa batterica. Nello
stomaco il più frequente è l’Helycobacter Pilori
mentre nel colon è la candida albicans della quale abbiamo
diffusamente parlato nell’articolo precedente.
Un’altra causa è legata ai trattamenti
farmacologici, specialmente antidolorifici o antinfiammatori, assunti
per periodi prolungati mentre non va trascurato l’aspetto
emotivo: lo stress scarica più frequentemente sullo stomaco,
mentre l’ansia sul colon, la gastrite e lo stress sono più
tipicamente maschili mentre colite e ansia più tipicamente
femminili.
Anche l‘alimentazione è un fattore che
gioca un ruolo decisamente importante. Alcuni cibi sono più
irritabili di altri, ed il loro consumo eccessivo e prolungato può
essere già di per sé causa di irritazione del colon
o dello stomaco. Inoltre non va escluso, anzi è probabile,
che le cause sopra descritte si manifestino in combinazioni variabili
da soggetto a soggetto.
La diagnosi energetica consente di valutare quale siano
le cause specifiche che provocano gastrite e colite in ogni singolo
soggetto e pone le basi per una cura al tempo stesso efficace e
duratura.
La prima fase della terapia di colite e gastrite è
infatti sanare, se sono ancora in essere le cause che hanno generato
il problema. In particolare si valuta la presenza o meno di forme
batteriche nella zona gastrointestinale e se ci sono le si eliminano;
si valuta se il soggetto è ansioso o sotto stress ed in quel
caso si cerca di mettere sotto controllo tale aspetto in modo da
ridurre l’aggressione che queste condizioni psicologiche generano
su stomaco e colon. Si valuta il regime alimentare allontanando
se è il caso alcuni alimenti in modo da migliorare il più
in fretta possibile la sintomatologia. Questa prima fase è
fondamentale per prevenire ricadute e per ottenere, una volta curato
gastrite o colite, una situazione stabile.
Di solito, mentre si procede alla rimozione delle cause
di questi fastidiosissimi problemi, si pone in essere anche un trattamento
sintomatico, specialmente se la persona è in fase acuta;
in questo modo si ottengono a volte risultati estremamente rapidi,
a volte addirittura sorprendenti. Ho avuto la fortuna di curare
due casi di diarrea a distanza di pochi mesi. Tutti e due avevano
una sintomatologia fastidiosissima in quanto non riuscivano a controllare
gli episodi che gli capitavano in qualsiasi momento della giornata
e che gli costringevano a fughe improvvise in bagno ogni qualvolta
apparivano. In entrambi i casi i soggetti, dal momento della prima
visita e conseguente inizio della cura, non hanno più avuto
un singolo episodio, ed è passato più di un anno.
La seconda fase, più delicata ma decisamente
più importante, consiste nel rigenerare le mucose: permettere
una cicatrizzazione dei tessuti quando questa non è ottimale
e riportare lo spessore delle stesse ai suoi livelli fisiologici.
Questo processo è decisamente più lungo
(dai tre ai sei mesi), ma consente di passare dal semplice trattamento
sintomatico ad una cura duratura: nel migliore dei casi ad una guarigione
completa. Ovviamente le recidive dipendono molto dalle cause che
hanno generato il problema. La causa batterica e la causa alimentare
portano, una volta risolte a soluzioni più stabili, se il
problema invece nasce da motivi psicologici o farmacologici il problema
potrebbe essere più complesso e necessitare di un programma
di mantenimento o di ulteriori cure anche in altre direzioni.
Aspetto come sempre le vostre lettere e le vostre telefonate
presso la redazione del giornale o le Erboristerie del Tempio presso
le quali ricevo.
IL CONTROLLO DEL PESO IN NATUROPATIA
Il titolo di questo articolo è ripreso da quello
della mia tesi di laurea per il dottorato in naturopatia.
In quella occasione ho condotto, sotto controllo medico,
uno studio su 50 soggetti.
Il concetto che muoveva quel lavoro era il seguente:
“Un organismo con tutti gli organi ed i sistemi in equilibrio
dovrebbe tendere automaticamente a riequilibrare ogni aspetto dell’organismo
stesso, compreso il peso”.
Di conseguenza un trattamento teso a riequilibrare
una persona da un punto di vista psicofisico, dovrebbe portare il
soggetto, nella maggioranza dei casi, a raggiungere il suo peso
ottimale senza ricorrere a trattamenti o diete mirate a calare di
peso.
Sulla base di questo principio, abbiamo analizzato
50 casi nel seguente modo: prima di tutto abbiamo eseguito in ognuno
una diagnosi energetica per valutare quali fossero i disequilibri,
le difficoltà funzionali sia fisiche che psichiche, le intolleranze
alimentari e le difficoltà metaboliche di ogni singolo soggetto.
Contemporaneamente si è proceduto a riequilibrare
ogni singolo organo e sistema e l‘intero organismo nel
suo complesso utilizzando tecniche erboristiche. Durante il processo
abbiamo osservato, pesando e valutando massa grassa e indice di
massa corporea ad ogni controllo, la variazione del peso e degli
altri indici a seguito del trattamento.
All’inizio del trattamento, per ogni soggetto
valutavamo il peso ottimale basandoci sulla percentuale di massa
grassa di ognuno.
Tutti i soggetti, meno uno, alla fine del trattamento
hanno raggiunto il loro peso ottimale, ma quello che è più
importante, nel 58% dei casi tale risultato è stato ottenuto
senza procedere in alcun modo a trattamenti o diete controllate
finalizzate al calo del peso. L’unico controllo alimentare
si è basato sull’eliminazione per uno o due mesi degli
alimenti intolleranti, giusto il tempo per riequilibrare il processo
digestivo dei singoli soggetti e fare in modo che il loro organismo
potesse nuovamente tollerare quei cibi.
Alla fine del trattamento riequilibrante quindi, nella
maggioranza dei casi, le persone raggiungevano il loro peso ottimale
continuando a mangiare quanto e cosa si sentivano di mangiare e,
al contempo raggiungendo uno stato di benessere psico-fisico migliore.
Si assisteva infatti, a seconda dei casi, ad una riduzione dei livelli
di colesterolo e trigliceridi nel sangue, ad una normalizzazione
dei livelli di circolazione sanguigna, ad una migliorata funzione
digestiva con regolarizzazione del transito intestinale, scomparsa
di gonfiore post-prandiale, della sonnolenza durante il giorno o
dopo i pasti, aumento della vitalità e dell’energia,
miglior rapporto con il cibo insieme ad un più equilibrato
aspetto emotivo, un miglioramento della circolazione sanguigna e
linfatica con conseguente riduzione della ritenzione idrica, un
riequilibro del ciclo nelle donne e così via.
Infatti il trattamento applicato ai vari soggetti era
finalizzato proprio al riequilibrio delle funzioni, il calo del
peso è di fatto solo un “effetto collaterale”
di questo tipo di cura.
Nel restante 40% dei casi risolti invece, si è
dovuto ricorrere a supporti fitoterapici mirati e, in alcuni casi
a regimi alimentari controllati. Le “diete” comunque,
anche in queste occasioni, non hanno mai riguardato le quantità
di cibo da ingerire ma piuttosto quali cibi assumere, tenendo conto
del particolare metabolismo generale ed intermedio della persona,
della capacità soggettiva di metabolizzare meglio alcune
categorie di cibi etc.
Voglio solo evidenziare, a titolo di esempio due casi
specifici.
Il primo riguarda una signora che al primo controllo
pesava 111 kg. I suoi problemi principali erano la ritenzione idrica
legata ad una difficoltà di funzionamento del sistema linfatico
ed il suo rapporto con il cibo. Abbiamo proceduto per tutto il trattamento
(e anche nella fase di mantenimento) a mantenere libero il sistema
linfatico e, contemporaneamente abbiamo lavorato, a livello fitoterapico,
come al solito, per riequilibrare il suo umore, cosa che per la
verità migliorava di parecchio man mano che il peso calava.
Abbiamo raggiunto in questo modo il peso di 70 kg alla fine di un
trattamento durato due anni e mezzo senza procedere n alcun
modo a regimi alimentari controllati.
Il secondo invece riguarda una ragazza che ho iniziato
a curare il 31 agosto 2006. All’epoca della prima visita pesava
88 kg. A Aprile scorso, pesava già 67 kg ed a luglio 2007
63 kg che è l peso che desiderava per il suo matrimonio che
si svolgerà a settembre prossimo. In questo caso ho dovuto
interferire sull’alimentazione in quanto la ragazza trattata
presentava una difficoltà soggettiva a metabolizzare correttamente
gli zuccheri che tendevano ad accumularsi come grassi a livello
corporeo aumentando il peso e la massa grassa della ragazza. Una
dieta più improntata al consumo di proteine rispetto al consumo
di zuccheri semplici ha portato alla scomparsa della stanchezza
persistente che accompagnava la ragazza in tutta la sua giornata,
alla scomparsa del gonfiore che immancabilmente a fine pasto (a
volte anche durante il pasto) gli si presentava ed alla regolarizzazione
della funzione intestinale, oltre naturalmente al raggiungimento
del suo peso corporea ottimale.
Per qualsiasi informazione o notizia, per presentare
casi specifici o per qualunque altra cosa abbiate in mente di comunicare,
contattate pure la redazione del giornale o le Erboristerie del
Tempio nelle quali ricevo.
TRATTAMENTI ANTIOSSIDANTI E SALUTE.
I radicali liberi, causa dell’ossidazione dei tessuti, sono
di fatto l’unico motivo per cui il nostro corpo invecchia.
Se non fosse per lo stress ossidativo indotto dai residui
della combustione dell’ossigeno infatti, il nostro corpo potrebbe
teoricamente sopravvivere in eterno. Praticamente, semplicemente
controllandone quantità e qualità dei radicali liberi
si potrebbe vivere molto più a lungo in perfetta salute.
Il professor Pierpaoli, titolava uno dei suoi lavori
: ”Centoventi anni e passa di media” riferendosi alla
lunghezza della vita umana e spiegava che questo obiettivo poteva
essere raggiunto semplicemente assumendo melatonina, un antiossidante,
ogni giorno dai quaranta anni in poi.
Se questo sia possibile o meno è difficile da
dimostrare, ma di fatto nella pratica clinica i trattamenti antiossidanti,
cioè quelli volti a neutralizzare i famigerati radicali liberi,
presentano interessantissime opportunità.
La maggior parte dei trattamenti naturopatici per le
problematiche oncologiche, si basano su prodotti antiossidanti.
La clinica Valsè Pantellini, con sede a Firenze
utilizza principalmente ascorbato di potassio per prevenire e curare
i tumori. L’ascorbato di potassio, nei dosaggi usati dalla
clinica di Pantellini, fornisce quantità importanti di vit.
C, uno dei più noti antiossidanti. Ultimamente, accanto alla
somministrazione di ascorbato, nella stessa clinica Pantellini vengono
somministrati dosaggi estremamente importanti di glutatione ridotto
e acido alfa lipoico altri due importantissimi antiossidanti.
Lo stesso Di Bella utilizzava melatonina nelle sue
terapie.
Da tempo si studia l’effetto dei radicali liberi
sulle cellule e la correlazione che la degradazione del nucleo cellulare
causata dall’aggressione dei radicali liberi ha con l’insorgenza
dei tumori.
Gli antiossidanti, in particolare l’enzima glutatione-reduttasi,
è anche indispensabile nella detossificazione che il fegato
effettua sul sangue. Tutte le tossine che il nostro corpo riceve
dall’ambiente, ma anche quelle prodotte dall’organismo,
finiscono nel sangue e attraverso quello nel fegato. E’ qui
che il nostro organismo neutralizza la maggior parte delle tossine
attraverso appunto il processo di detossificazione epatica. Tale
processo avviene in due fasi: nella prima fase le tossine vengono
trasformate in composti intermedi, ancora più pericolosi
delle molecole tossiche originali, ma che poi in seconda fase, possono
essere trasformati in composti inerti ed eliminati. Come risultato
dei processi biochimici svolti in prima fase si ha, fra gli altri,
una importante produzione di radicali liberi che devono essere neutralizzati
da processi antiossidanti interni, in grossa misura attraverso il
glutatione. In seconda fase, i composti intermedi di cui parlavamo,
vengono resi inerti combinandoli con antiossidanti, in particolare
il glutatione.
L’importanza che un corretto funzionamento del
processo di detossificazione epatica ha sulla salute è notevole.
Oltre a fornire una importante prima linea di difesa contro l’insorgenza
di tumori, questa garantisce la base per una profonda e duratura
disintossicazione dell’organismo con effetti in ogni distretto
del corpo e su ogni funzione.
Ho riequilibrato questo processo in una quantità
enorme di soggetti ottenendo risultati impressionanti. In un caso,
una signora che soffriva di mal di testa ricorrenti resistenti a
sei anni di centri cefalee, ha visto risolvere completamente i suoi
problemi semplicemente dopo aver effettuato un trattamento antiossidante
mirato al fegato, in un altro caso abbiamo risolto un caso di dermatite
che affliggeva una ragazza di 16 anni da quando ne aveva 2 dopo
6 mesi di trattamento disintossicante attraverso gli antiossidanti.
Abbiamo trattato casi di eccesso di colesterolo e trigliceridi che
non si riducevano, anzi peggioravano, con i normali trattamenti
medici, attraverso l’assunzione di glutatione ridotto e acido
alfa lipoico. Un caso in particolare: un soggetto di 45 anni, maschio,
con eccesso di trigliceridi (oltre 500), a seguito di un mese di
trattamento farmacologico mirato aveva visto balzare oltre i 1700
il livello sierico di trigliceridi. In quel caso un trattamento
di alcuni mesi con antiossidanti specifici ha consentito di raggiungere
di nuovo i livelli normali.
Lungi dal pensare di aver trattato in maniera esauriente
l’argomento mi accontento di avervi servito un piccolo assaggio
delle potenzialità che i trattamenti antiossidanti hanno
nella pratica clinica, nei campi sopra descritti, ma anche per quanto
riguarda vista, cuore, ipertensione, invecchiamento precoce, morbo
di Parkinson e Alzheimer, sclerosi multipla e una quantità
apparentemente infinita di altri problemi.
Per informazioni e dubbi contattatemi presso la redazione
del giornale o direttamente alle erboristerie del Tempio nelle quali
ricevo. |